AI QUADRI OPERAI – Pietro Scavo

Operai. In occasione della Festa del Primo Maggio, vogliamo ricordare lo straordinario impegno militante di compagni come Pietro Scavo, per il riscatto del proletariato. Questo articolo a nostro giudizio esprime un valore politico assolutamente attuale.


Pietro Scavo (1927-2000) è stato militante del Movimento Giovanile comunista (Fgci) fin dal 1943, e ne divenne membro del Comitato federale di Bari nel 1945. Emigrato in Belgio nel 1947, fu minatore e tra i minatori si impegnò facendo opera di agitazione e diffondendo la rivista dei comunisti italiani in Belgio, L’Italia di domani. Rientrato in Italia nel 1954, venne eletto nel Direttivo della sezione del Pci di Carbonara (BA) ed alcuni anni dopo, divenne segretario della locale Camera del Lavoro. Criticò il revisionismo moderno fin dal XX Congresso del Pcus e per questa critica, insieme ad altri compagni, fu espulso dal Pci nell’Agosto del 1964. Aderì subito al Movimento Marxista-leninista italiano e, nel 1966, fu tra i fondatori del Partito comunista d’Italia (m-l) di cui fu membro del Comitato Centrale e dell’Ufficio Politico dal primo Congresso fino allo scioglimento avvenuto nel settembre del 1991, per confluire nell’allora Movimento per la Rifondazione comunista. E’ stato tra i fondatori del Centro Lenin-Gramsci, divenuto poi Centro Gramsci.

Ricordiamo, tra le sue importanti opere per i lavoratori, gli scritti “Per l’affermazione del marxismo-leninismo, per il comunismo” (con Antonini e Cassinera), “Decentramento produttivo e Partito comunista” (con Antonini), “La Resistenza continua” (con Cassinera), “Imperialismo revisionismo socialismo”, “Vecchio e Nuovo revisionismo(ovvero il nuovo comunismo di Bertinotti)”.

Pietro Scavo, Nuova Unità, 1982

(..)La lotta tra classe operaia e capitalisti è tuttʼaltro che conclusa. Su centinaia di migliaia di lavoratori grava la minaccia del licenziamento e della cassa integrazione; per milioni di giovani e donne la prospettiva di un posto di lavoro si allontana sempre di più; milioni di lavoratori vengono sfruttati attraverso il lavoro nero, mentre il taglio della spesa pubblica non fa che peggiorare i servizi sociali. Le forze imperialiste, con a capo i guerrafondai statunitensi, minacciano di scatenare una nuova guerra mondiale; i fascisti fautori di stragi restano impuniti a causa di coperture dei settori dellʼapparato dello Stato. Per queste ragioni gli operai non si possono mantenersi nei limiti di una semplice battaglia per i rinnovi contrattuali. Occorre allargare le lotte contrattuali alla rivendicazione di un governo di sinistra con caratteristiche antimonopoliste, antimperialiste e di pece. La forza della classe operaia per porre la realizzazione di un governo di sinistra non risiede solo nel numero, nel grado di coscienza e organizzazione ma anche nellʼunità dei suoi interessi vitali con quelli di tutti gli altri gruppi di lavoratori. I nemici comuni e i comuni interessi sono la base oggettiva su cui si realizza lʼalleanza tra la classe operaia e tutte le altre masse lavoratrici che si oppongono alla borghesia monopolistica, e che rende possibile la vittoria anche nei paesi in cui la classe operaia non costituisce la maggioranza della popolazione. (..) Soltanto un governo di sinistra che limita e abolisce il potere dei monopoli, può aprire la strada a condizioni di vita e di lavoro migliori. Nelle condizioni della crisi generale del capitalismo, soprattutto in una situazione di recessione, anche le piccole attività produttive si trovano sullʼorlo della crisi a causa dello strozzinaggio delle banche, delle tasse e della politica dei prezzi imposta dai monopoli. Un elevato numero di lavoratori intellettuali: impiegati, tecnici, ingegneri, insegnati, medici, artisti e scienziati, che in passato costituivano un ceto sociale privilegiato, oggi la gran parte di loro è colpita dalla incertezza del posto di lavoro e da un sempre maggiore sfruttamento. Nonostante questi lavoratori non hanno gli stessi scopi della classe operaia, ossia il socialismo e il comunismo, vi sono molti temi comuni per cui possono lottare insieme. Alcuni riguardano la lotta per la difesa del salario e dellʼoccupazione, la difesa della pace, dellʼindipendenza nazionale e delle libertà democratiche. Come pure la lotta per maggiori stanziamenti a sostegno della scuola, della sanità, delle arti e della ricerca scientifica. Tutte rivendicazioni da contrapporre alle spese militari e agli sperperi dello Stato. Il vero movente che ispira la tesi de superamento della centralità operaia è lʼabbandono della lotta per il socialismo. La classe operaia, come unica classe conseguentemente rivoluzionaria, ha il compito di conquistare la sua funzione dirigente nel movimento dei lavoratori, unendo agli obiettivi immediati quello dellʼemancipazione dei lavoratori. Solo assolvendo a questa funzione di guida, il proletariato può oltrepassare gli angusti confini della lotta corporativa e svolgere, così, una funzione più alta, di guida del movimento dei lavoratori per il cambiamento dellʼattuale società.

 

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